Baraggan Luisenbarn
Baraggan Luisenbarn è un personaggio della serie manga e anime Bleach. Era un Arrancar al servizio di Sōsuke Aizen, e in particolare il Secondo Espada. L'aspetto della morte che rappresenta è l'invecchiamento. Baraggan è il più anziano dei dieci Espada al servizio di Aizen: porta due grandi baffi bianchi, e la sua pelle scura e rugosa è solcata da grandi cicatrici; la prima, sul lato destro del volto, va dalla fronte fino alla guancia (tanto che l'occhio destro è con ogni probabilità cieco), la seconda, sul lato sinistro, va dal mento fino al torace. La parte restante di maschera da Hollow ha la forma di una corona provvista di cinque spunzoni, mentre il suo foro da Hollow è situato al centro del petto. Indossa un lungo cappotto bianco con pelliccia nera, fermato alla vita da una grande cintura costituita da tre catene collegate ad un grosso disco di metallo su cui è raffigurato l'emblema del sole. Baraggan è estremamente arrogante, non si fa scrupoli a imporsi sugli altri e a dettare ordini a chiunque, persino ai suoi compagni. Carismatico e deciso, analizza con calma e rapidità qualunque situazione gli si presenti davanti, facendo sfoggio di grandi capacità strategiche. Rimane ignota la posizione del tatuaggio rappresentante il suo rango negli Espada.
Passato
In passato, Baraggan era il re assoluto dell'Hueco Mundo, e sedeva su un trono all'aperto in una Las Noches ancora priva di soffitto. Un giorno accadde però che la noia che pervadeva le sue giornate (tanto da essere tentato di dividere in due parti il suo esercito e di farle combattere l'una contro l'altra fino alla morte) fu spezzata dall'arrivo di Aizen, Gin e Tōsen. Questi gli proposero di sottomettersi a loro, e in tal modo egli avrebbe raggiunto un potere ancora maggiore. Ma Baraggan, arrogante com'è, si mise a ridere e schernì i nuovi arrivati definendoli dei miseri insetti. Lui aveva già tutto ciò di cui aveva bisogno, ed era già al massimo della sua potenza. Aizen, però, riuscì a ingannare gli occhi del re con la sua Kyoka Suigetsu, mostrandogli la morte in massa di tutti i suoi servi, costringendo così Baraggan a sottostare a lui. Ma il vecchio re giurò a se stesso che Aizen sarebbe morto per mano sua. In un ultimo irato appello ai suoi carnefici Hachigen e Soifon prima di morire, Baraggan ripenserà a questi fatti, e ribadirà a gran voce che il re, l'imperatore, il dio dell'Hueco Mundo è lui e lui soltanto, e che si sarebbe vendicato e ripreso il trono che gli spettava di diritto.
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Hueco Mundo
Appare per la prima volta all'assemblea degli Espada convocata da Aizen a seguito dell'arrivo nell'Hueco Mundo di Ichigo e dei suoi amici. Siede tra Yammy e Aporro e si lamenta riguardo agli intrusi insieme ad Aaroniero, Szayel e Nnoitra. In seguito, commenta con evidente disappunto la morte di Aaroniero, sconfitto da Rukia Kuchiki, dicendo: "Quel moccioso! Crepare in un modo così inutile...".
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Falsa Karakura Town
In seguito, su ordine di Aizen, giunge nella falsa Karakura insieme agli altri Espada Stark e Harribel e alle loro rispettive Fracción. Dopo che Aizen, Ichimaru e Tousen vengono bloccati dallo Shikai del Comandante Yamamoto, Baraggan prende il controllo della situazione, e si colloca sul trono, fatto apposta per lui, trasportato dalle sue fedeli Fracción. Si atteggia a capo assoluto, come se gli spettasse di diritto, tanto che intima ai suoi compagni Harribel e Stark di non lamentarsi della cosa. Mostra subito di essere a conoscenza dei quattro pilastri coi quali la falsa Karakura viene mantenuta in loco, mentre quella vera è al sicuro nel Rukongai, tanto che manda sul posto quattro delle sue Fracción per combattere e uccidere i loro difensori Shinigami. Una volta che i guerrieri inviati a combattere gli shinigami vengono sconfitti, le restanti Fracción di Baraggan si apprestano a placare la sua ira ingaggiando battaglia con il Capitano Soifon e il suo vice Marechiyo Omaeda, ma ne escono anch'esse clamorosamente sconfitte. Baraggan si vede quindi costretto ad alzarsi dal suo trono, e a sfidare i due avversari. Una volta in piedi, con un gesto della mano tramuta il trono di ossa nella sua possente Zanpakutō, e alla provocazione di Omaeda, il quale è convinto che il Capitano Soifon possa ancora liberare la sua vera energia, intima ai suoi avversari di mostrargli questo loro potere.
Deluso dal fatto che i suoi nemici stanno già combattendo a piena potenza, spiega loro il ruolo degli Espada e cosa essi rappresentino, e cioè i modi di essere e di agire che portano gli uomini alla morte. Rivela quindi di essere l'Espada che rappresenta l'invecchiamento e dunque l'inesorabile tempo che avanza e che porta ogni cosa al suo termine. Infine, dopo aver mostrato ai danni di Soifon il tremendo potere di invecchiare le cose semplicemente toccandole, rilascia la sua Zanpakutō, e mostra il suo vero aspetto. Subito fa dimostrazione dei suoi spaventosi poteri rilasciando il suo "Respiro della Morte", il quale raggiunge un braccio di Soifon e lo decompone rapidamente. Di fronte alla fuga dei suoi avversari commenta: "Che ironia, un "dio della morte" che teme la morte." Mentre Soifon si allontana per attivare il suo Bankai, Baraggan parte all'inseguimento di Omaeda, che si dà alla fuga di fronte al temibile avversario. Baraggan attacca nuovamente con il "respiro della morte", stavolta emesso dalla bocca e, nonostante lui stesso affermi di averlo rilasciato volutamente "lentamente", per poco questo non raggiunge Omaeda. Deciso a farla finita una volta per tutte, Baraggan si appresta ad ucciderlo con una nuova arma, ma viene interrotto dall'arrivo di Soifon, che lo travolge col suo potente Bankai. Nonostante venga colpito in pieno, sembra che l'attacco non abbia avuto il minimo effetto su di lui. Una volta che i Vizard giungono sul posto in soccorso degli shinigami, Baraggan ingaggia battaglia con Hachigen Ushōda, che lo intrappola con un Kidō. L'Espada si libera facilmente da quest'ultimo, dichiarando che anche i Kidō subiscono gli effetti del tempo. Hachigen però elabora subito una nuova strategia e intrappola l'Espada in una possente barriera, sfruttando un potentissimo incantesimo. Quindi chiede a Soifon di usare nuovamente il suo Bankai, e la convince a farlo promettendole di sigillare Kisuke Urahara all'interno di una barriera per un intero mese. Hachigen ha infatti capito che Baraggan si è salvato dal precedente attacco di Soifon usando il suo potere dell'invecchiamento per far esplodere il missile lontano da sé. Adesso che è chiuso in uno spazio ristretto non potrà però annullarlo nuovamente, data la velocità dell'attacco. Il capitano lancia quindi il suo colpo, e nonostante venga gravemente ferito (metà del volto è stato spazzato via), Baraggan ne esce vivo. A questo punto tutto sembra perduto, perché Soifon non è più in grado di utilizzare il proprio Bankai e sia lei che Hachigen vengono attaccati dal "Respiro della morte" dell'Espada, il quale raggiunge e comincia a fare decomporre il braccio destro del Vizard. Quest'ultimo però, con un'abile contromossa, rinchiude il proprio braccio in una barriera trasferendolo subito dopo all'interno del corpo dell'Espada, il quale, non potendosi difendere in alcun modo, viene consumato e ucciso dal suo stesso potere. Prima di morire però, in un ultimo disperato attacco, tenta di colpire Aizen, il suo nemico giurato, ovvero colui che gli aveva sottratto il trono, scagliando la sua Gran Caìda, ma ormai è troppo tardi, e sia lui che la sua arma si polverizzano per sempre. |
Zanpakuto
La Zanpakutō di Baraggan si chiama Arrogante e viene rilasciata al comando "marcisci/decomponiti". Si presenta come un'enorme ascia bipenne dalla lunga impugnatura, provvista di un oggetto simile ad un occhio tra una lama e l'altra. Una volta effettuato il rilascio, Baraggan assume l'aspetto di uno scheletro con indosso un grande mantello con pelliccia e sul capo una vera e propria corona dai connotati regali. L'oggetto simile ad un occhio presente nella Zanpakutō si colloca sul petto di Baraggan sotto forma di medaglione. In questo stato, è in grado di dissolvere ogni cosa che si trovi nelle vicinanze (come ad esempio, le tegole su cui cammina).
Attacchi
Gran Caìda=Un'ascia bipenne tenuta nascosta nel suo mantello e molto simile alla forma non rilasciata della Zanpakutō. Come quest'ultima, anche la Gran Caìda viene impugnata con una mano sola. Il medaglione a forma di occhio al centro delle due lame lascia il posto a quattro lunghe catene direttamente collegate al mantello.
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